Il sistema degli indicatori di qualità, scelto dall'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), è stato sviluppato per gli ospedali per cure acute. Per misurare la qualità dei risultati dei dati di routine, in Germania e Austria sono utilizzati sistemi comparabili. In Svizzera questi indicatori sono chiamati CH-IQI, ossia Swiss Inpatient Quality Indicators. Attualmente gli indicatori di qualità sono pubblicati in base alle specifiche CH-IQI, versione 5.4. Gli indicatori sono suddivisi in 16 ambiti (dalla A alla Z), ovvero in 70 quadri clinici e trattamenti (capitolo A1 – Z4). Ogni capitolo contiene tra uno e quarantacinque indicatori.
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Esistono vari tipi di indicatori di qualità che forniscono informazioni diverse:
Gli indicatori di qualità sono indicazioni relative alla qualità dei singoli ospedali; per trarne delle conclusioni definitive (prove per una qualità particolarmente buona o pessima) è necessaria un'analisi approfondita. I confronti devono essere operati con accuratezza, in modo da evitare che vengano paragonati ospedali con prestazioni diverse. Per raffrontare la mortalità si deve considerare in ogni caso lo SMR. Di norma non è tuttavia possibile allestire una classifica diretta degli ospedali. Teniamo inoltre a fare presente che per l'interpretazione approfondita di molti indicatori sono indispensabili conoscenze mediche.
Nella maggior parte dei casi avrà senso comparare gli indicatori degli ospedali paragonabili a livello funzionale (ad es. gli ospedali universitari) o che possiedono un'area di utenza analoga (ad es. ospedali di un determinato Cantone). Tutti gli ospedali in Svizzera sono attribuiti dall'Ufficio federale di statistica (UST) a un determinato tipo di struttura.
Per ogni indicatore viene visualizzato comunque il numero di pazienti trattati nell'ospedale. Il numero di casi è molto importante per l'interpretazione: spesso costituisce un segnale di qualità a sé stante, in cui il numero di casi fornisce informazioni sull'esperienza dell'ospedale per un determinato trattamento o con pazienti che presentano lo stesso quadro clinico. Per valutare se il numero di casi è esiguo o grande nel confronto nazionale è opportuno paragonarlo ai valori degli altri ospedali.
Ma anche per l'interpretazione delle percentuali, della mortalità, della durata della degenza o dei trasferimenti si consiglia di considerare prima il numero di casi: se è esiguo, gli indicatori possono essere fortemente influenzati da singoli casi e pertanto meno significativi. Gli anni non dovrebbero quindi essere considerati in modo isolato: i risultati che presentano notevoli differenze da un anno all'altro sono riconducibili, in numero esiguo, a simili casi isolati. Un confronto condotto su diversi anni fornisce un quadro più chiaro.
Anche una prassi di codifica divergente (o addirittura erronea) negli ospedali può essere la causa delle differenze rilevate. Nell'ambito della consultazione precedente, alcuni ospedali hanno commentato i propri valori, segnalando problemi specifici relativi ai dati. I commenti sono riportati nelle note a piè di pagina dei risultati.
Gli indicatori relativi alla mortalità negli ospedali vanno in ogni caso interpretati con prudenza. La mortalità osservata deve essere valutata in relazione alla mortalità attesa. Per paragonare gli ospedali si deve quindi ricorrere allo SMR, un indicatore corretto secondo fattori di rischio. Occorre altresì tenere conto delle varie funzioni degli ospedali (assistenza medica di base, medicina di punta).
Le percentuali forniscono informazioni sull'applicazione di determinati tipi di trattamento e rispondono per esempio alla domanda relativa alla frequenza con cui un'operazione è eseguita adottando un approccio minimamente invasivo. Inoltre possono informare sull'offerta di cure in Svizzera e indicare per esempio con che frequenza i pazienti affetti da colpo apoplettico sono stati trattati in un'unità neurologica specializzata (Stroke Unit).
I trasferimenti e la durata della degenza è indicata solo per gruppi di malattie selezionati e sufficientemente omogenei. Nel caso di interventi facoltativi, queste informazioni possono essere interessanti per i pazienti.
Siccome la struttura dei pazienti può variare notevolmente da un ospedale all'altro, non è ammissibile confrontare i tassi di mortalità grezzi (senza correzione secondo fattori di rischio). Per garantire la comparabilità si può però ricorrere ad altri procedimenti. Per la presente analisi è stata effettuata una correzione secondo fattori di rischio in base all'età e al sesso. A tale scopo è stata scelta la cosiddetta standardizzazione indiretta. Con questo metodo viene calcolato il rapporto tra il numero dei decessi effettivi in un ospedale e il numero dei decessi attesi in base all'età e al sesso, chiamato SMR (Standardised Mortality Ratio, rapporto indirettamente standardizzato di mortalità). SMR maggiore di 1 significa che nell'ospedale in questione sono avvenuti più decessi rispetto a quelli attesi (viceversa se il valore è inferiore a 1).
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Per ogni indagine possono essere visualizzati contemporaneamente cinque indicatori di cinque ospedali diversi. La visualizzazione varia a seconda dell'indicatore.
Cliccando sul link sottostante alla tabella comparativa si possono selezionare a scelta i risultati degli ultimi due anni considerati o di tutti gli anni a partire dal 2008.
A partire dal 2021 sono entrate in vigore le specifiche CH-IQI ampliate versione 5.4. Nella tabella comparativa si precisa se i risultati attuali non possono essere confrontati con quelli degli anni precedenti.
Determinati indicatori non possono essere calcolati per l'intero periodo dal 2008 fino all'attuale anno considerato. Per le cifre sconosciute viene pertanto utilizzato il seguente rimpiazzo «…».
Il simbolo «*» si trova invece dove non ha senso riportare dati. Soprattutto i piccoli ospedali o le cliniche specializzate trattano soltanto pazienti con malattie ben precise oppure eseguono solo determinati interventi. Per queste strutture possono essere pertanto consultati solo pochi indicatori con un numero di casi superiore allo zero. Le cifre non sono dichiarate, bensì contrassegnate con il simbolo «*», se il numero di casi è inferiore a dieci.
Ultima modifica 19.02.2025